No a funerali pubblici per Guerrino Casamonica morto questa mattina a seguito di una grave malattia al policlinico Casilino. La Questura vuole scongiurare scene simili a quelle che si svolsero a Don Bosco per le esequie di Vittorio Casaminica, morto a 65 anni, con petali di rosa lanciati dall’elicottero, carro funebre tirato da sei cavalli, musica dal film Il Padrino a tutto volume, scene che restano impresse nella memoria collettiva di Roma.
“Appresa la notizia della scomparsa nelle prime ore della mattina odierna di Guerrino Casamonica, appartenente alla nota omonima famiglia radicata nella Capitale – si legge in una nota – il Questore di Roma ha prescritto la forma privata per lo svolgimento delle esequie, in programma nella giornata di domani. Il provvedimento, notificato ai familiari più stretti ed all’agenzia funebre incaricata per gli adempimenti delle esequie, è stato adottato in ragione di tradizioni già ostentate da esponenti della famiglia di appartenenza del defunto, che in passato hanno visto compiere atti di ostentazione della memoria del de cuius, proprio in occasione dei riti funerari, generando turbative dell’ordine e della sicurezza pubblica, anche per la percezione “celebrativa” di modus vivendi improntati alla illegalità”.
Ad agosto 2010 il Tribunale Ordinario di Roma, sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione, emise un decreto di confisca dei beni a carico di appartenenti al clan Casamonica. I patrimoni in questione erano già stati sottoposti a sequestro preventivo ai sensi dell’art. 12 sexies del d.l. 306/92 nel febbraio del 2010, al termine di articolata indagine, convenzionalmente denominata “Ottavo Re” del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Frascati, scaturite dalla denuncia di un imprenditore di Ciampino vittima di usura da parte dei Casamonica.
Due dei tre indagati, che hanno scelto di avvalersi di riti alternativi, un uomo ed una donna, vennero poi condannati in primo grado, rispettivamente, a 5 anni e 4 mesi di reclusione ed a 3 anni nel corso di un giudizio in cui l’allora Provincia di Roma si costituì parte civile, tramite lo sportello anti usura, contro gli imputati.
Con il provvedimento di confisca i beni, che i giudici romani hanno ritenuto essere riconducibili ai provenienti dall’attività delittuosa, furono definitivamente sottratti alla criminalità e devoluti al patrimonio statale. Al vaglio all’epoca del Tribunale di Roma altre posizioni patrimoniali dei Casamonica, comunque già sequestrati nell’ambito della citata operazione antiusura dei Carabinieri.
I beni confiscati all’epoca vennero stimati per un valore di circa sei milioni. Si andava da cinque fabbricati – di cui una villa con piscina – e cinque terreni, tutti in zona Romanina, nella periferia sud est della capitale – regno del clan fino ad allora – autovetture di pregio tra cui una Ferrari Spider, oltre a conti correnti e libretti di risparmio.
Gli “spettacolari funerali di Vittorio Casamonica nel 2015
Le esequie di Vittorio Casamonica, che mostrarono una evidente falla nei servizi di prevenzione, ad una lettura posteriore vennero considerati come uno strumento per consolidare la potenza del clan. Questa almeno appare l’interpretazione del Rapporto Mafie del Lazio nel 2018.
“I Casamonica – lo ricordiamo – sono attivi soprattutto nel traffico di droga, accusati di reati come estorsione e usura, sono in contatto con altri clan autoctoni e anche di derivazione tradizionale. Nell’area della Tuscolana, come
già fotografo dall’inchiesta “Tulipano” si contendevano lo spazio di azione con il gruppo mafoso dei Pagnozzi. L’arresto di alcuni componenti di questo clan ha determinato l’eliminazione dalla zona Tuscolana di un pericoloso avversario e concorrente del clan Casamonica mettendo le basi per un nuovo bilanciamento nei rapporti tra organizzazioni criminali in quell’area. E’ verosimile – si legge – che l’episodio del funerale del capostipite Vittorio Casamonica celebrato il 19 agosto del 2015 proprio nel quartiere Tuscolano con la partecipazione di centinaia di persone, sia stata la manifestazione del consolidamento di tali nuovi equilibri criminali su quel territorio. Il fatto è effcacemente descritto nella relazione annuale della Direzione nazionale antimafa: «L’appariscente ed esorbitante rito funebre organizzato dagli esponenti dello storico clan Casamonica, presente in varie zone della Capitale, per celebrare la morte del capostipite Vittorio – scrivono – ha ulteriormente alimentato l’interesse della stampa anche internazionale e, oltre ad innescare forti polemiche, ha ancor più innalzato il livello dell’attenzione da parte degli organismi investigativi». Un
mese dopo questo sfarzoso evento la Polizia di Stato ha eseguito una misura cautelare contro Salvatore Casamonica accusato di tentata estorsione nei confronti del titolare di un pub (in zona Tuscolano)”.