“E’ ora di fare chiarezza sui conflitti d’interesse”, lo chiede Caramanica sul caso Brambilla.
L’onorevole Michela Vittoria Brambilla finisce di nuovo nel mirino del noto programma d’inchiesta Report con un servizio di Giulia Innocenzi che nella serata di oggi domenica 2 febbraio, porterà alla luce elementi sull’associazione LEIDAA da lei fondata e della quale è presidente.
Vogliamo ricordare che negli ultimi anni, Brambilla ha costruito la propria carriera politica sulla pelle degli animali ampliando la sua influenza politica nell’ambito associazionistico, arrivando a creare una rete di appalti per la gestione di rifugi in tutta Italia. Sottolinea il Segretario nazionale del partito politico REA, Gabriella Caramanica.
Un vero e proprio business redditizio tanto che dai conti della Leidaa, come preannunciato da Report, l’onorevole avrebbe pagato anche servizi di autoblu per il proprio ruolo da parlamentare. Grazie al suo programma su Mediaset, la Brambilla è riuscita ad avere una platea su scala nazionale, conquistando milioni di italiani. E’ evidente che sussiste un reale conflitto d’interesse che non è mai stato indagato.
Nonostante il suo ruolo da presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la tutela dell’Ambiente non abbiamo visto grandi iniziative e conquiste per quanto riguarda i diritti degli animali. Forse l’on. Brambilla è più attenta a curare i propri interessi anziché apportare reali cambiamenti per le tutele degli animali. Chiosa Caramanica.
La modifica della legge per un inasprimento delle sanzioni per i maltrattamenti è stato uno specchio per le allodole e una palese manovra politica della maggioranza per acquistare consenso “sensazionalistico” senza andare alla radice dei problemi legati ai maltrattamenti, abbandoni, commercio, allevamenti o traffico di animali. Ad esempio, il divieto dello sfruttamento degli animali negli spettacoli è stato prorogato a non si sa quale data per la sua entrata in vigore.
Come partito politico, abbiamo più volte denunciato questa situazione e i conflitti d’interesse legati all’associazione LEIDAA. Purtroppo, il problema dell’associazionismo è guidato da grosse lobby d’interessi. Le grandi associazioni spendono centinaia di migliaia di euro per la pubblicità o rappresentanza e a pagarne le spese sono le volontarie che, in prima linea, faticano ogni giorno, con grandi sacrifici, per aiutare migliaia di animali.
Brambilla è sostenuta da gruppi di fantomatici animalisti che gestiscono reti e gruppi social per influenzare gli utenti. Sarebbe il caso che Report indagasse su tutta la filiera, la collusione tra associazioni, asl, cliniche veterinarie convenzionate o servizi di trasporto per le staffette. Significherebbe scoperchiare un vero e proprio vaso di pandora, una rete molto articolata con la quale vengono ingannati i cittadini per attrarre donazioni e alimentare il traffico di animali. Conclude il segretario nazionale REA.