Un pezzo di Cina vive sul lago di Bracciano. Danneggiati i titolari della trattoria Vicarello
La Cina è vicina ma a volte è distratta. E’ il caso di quanto sta accadendo alla storica tenuta di Vicarello passata di mano dagli inglesi ai cinesi nel 2018. Ancora nessun intervento di messa in sicurezza a distanza di settimane è stato compiuto dopo il crollo che ha portato alla chiusura della trattoria Vicarello di proprietà di alcuni privati costretti a chiudere loro malgrado i battenti per quanto è avvenuto nella parte del manufatto di proprietà della società cinese. Il 18 agosto scorso si è sfiorata in loco una strage. Erano le 21 circa, il ristorante “Trattoria Vicarello” dal quale si gode uno splendido panorama sul lago, era affollato, regole sul Covid-19 permettendo, quando si è udito un boato. Si è alzato immediatamente un gran polverone, gli avventori si sono immediatamente riversati verso la strada provinciale Settevene-Palo I, atterriti. Fortunatamente non si è registrato alcun ferito.
I Vigili del Fuoco, intervenuti sul posto il giorno seguente, hanno constatato il crollo di un ingente pezzo di tetto
Il crollo sarebbe stato causato dall’assenza di manutenzione dell’edificio, ridotto per la parte societaria quasi ad un rudere.
I Vigili del fuoco hanno proceduto ad interdire l’intera area, e su loro disposizione, cantonieri e la Polizia Provinciale, hanno chiuso la corsia della Settevene Palo adiacente il fabbricato in pericolo di crollo. Ristorante chiuso, edificio interdetto ma ancora nessun intervento dei proprietari cinesi. Ad oggi la situazione vede i proprietari, italiani della trattoria di Vicarello, allo scopo di riaprire la loro attività al più presto, sobbarcarsi l’onere della messa in sicurezza ordinata dal sindaco di Bracciano, senza riuscire tuttavia a confrontarsi con alcun delegato della società cinese.
Desta inoltre forti preoccupazioni anche lo stato di degrado del manufatto posto sull’altro lato della strada. Non si tratta di un manufatto qualsiasi ma del Casino di caccia Orsini, noto anche come Casino Valadier, costruito nel Cinquecento sui preesistenti ruderi di epoca romana che furono anche parte della villa che aveva in loco l’imperatore Domiziano, presso il quale spesso i turisti si fermano per fare foto.
L’episodio dimostra ancora una volta come un pezzo di territorio sabatino, uno tra i più pregiati, quali appunto i 1.016 ettari della storica tenuta di Vicarello resti ancor oggi sottratta alla fruibilità, quasi fosse un’enclave extraterritoriale. La ex Vicarello spa già della Schroder Investiment Limited con sede a Londra, alla quale solo la battaglia ambientalista e l’apposizione del vincolo da parte dell’allora ministro dei beni culturali Alberto Ronchey impedì di mettere in atto il famigerato “pacchetto Vicarello” che prevedeva 271 ville con vista lago e tre campi da golf, è ora denominata Vicarello Società agricola a Responsabilità Limitata. A guidarla, quale presidente del Consiglio di Amministrazione il signor Yang Chang Lin, nativo di Hainan in Cina e residente ad Hong Kong. Con lui siedono nel consiglio di amministrazione i signori Yang Dongyue e Yang Yun Fan. Ciò significa che un pezzo di Cina vive sul lago e che tutto il tesoro di Vicarello, presenze archeologiche comprese solo in parte ricadenti nella competenza del Parco di Bracciano-Martignano (i restauri della ex Casa di Ledo sarebbero in corso), albergo delle terme comprese che costituiva, ancora nei primi anni del Novecento, una meta turistica di grande pregio. Il risultato della gestione cinese ad oggi ai concretizzerebbe in sei posti di lavoro. Tutto ciò mostra quali avrebbero potuto essere al contrario i frutti per l’intera comunità sabatina se la Regione Lazio, come ha fatto in altri luoghi come ad esempio santa Severa e Civita di Bagnoregio, avesse accolto il Protocollo d’intesa su Vicarello sottoscritto dai sindaci di allora Giuliano Sala per Bracciano, Rolando Luciani per Trevignano, Antonio Pizzigallo per Anguillara con il quale si chiedeva l’acquisto della tenuta da parte della regione. Ora il treno è passato, forse ritornerà. Quello che è certo è che ora i cimesi devono darsi da fare per mettere in sicurezza almeno i manufatti di loro proprietà su strada e che minacciano la pubblica incolumità. Le istituzioni competenti dovranno pretendere che ciò accade nel più breve tempo possibile, in modo da poter garantire una benché minima fruibilità turistica dell’area e la riapertura della trattoria di Vicarello che garantisce occupazione.
Graziarosa Villani
RIPRODUZIONE RISERVATA