Riceviamo e pubblichiamo

Da oltre 900 giorni chiuso il campo sportivo “Massimiliano Vergari”, un danno enorme per i giovani di Bracciano.

Passeggiando per le vie di Bracciano, capiterà a tutti di fermarsi a leggere i manifesti affissi sulla relative plance comunali.

Anche se nelle ultime settimane l’amministrazione Tondinelli si è tanto prodigata a diffondere il nuovo “brand” sul turismo, il nostro sguardo non si è soffermato su quel tipo di manifesti.  Infatti non abbiamo potuto fare a meno di notare la pubblicità dell’ASD Virtus di Trevignano con la quale l’associazione sportiva comunica ai cittadini di Bracciano che sono aperte le iscrizioni per la stagione 2020/2021 dai Primi Calci, fino all’Under 16 categoria provinciali.

Giustamente l’associazione sportiva di Trevignano si rivolge anche ai cittadini di Bracciano. Infatti, per il secondo anno consecutivo, non ci sarà una squadra del Bracciano nei campionati agonistici.

Dal 23 gennaio 2018 il campo sportivo “Massimiliano Vergari” è chiuso e abbandonato, per la prima volta nella storia del nostro paese da oltre 900 giorni dove prima correvano i ragazzi, oggi ci sono solo sterpaglie e degrado.

L’ASD Virtus Bracciano, che fino al 2018 vantava circa 250 iscritti, ha resistito, svolgendo l’attività altrove il primo anno, poi è stata costretta a chiudere i battenti.

La altre associazioni sportive (come l’atletica) si sono dovute organizzare diversamente con molti disagi. E non dimentichiamo certo che non è stato facile neppure per le attività sportive svolte nei Palazzetti dello Sport, i quali, purtroppo, in questi anni, non hanno avuto una sorte migliore.

Il danno causato a tutto il tessuto sociale, in particolar modo ai bambini e ai giovani che in quei luoghi si riunivano per fare sport, è stato enorme. Per il campo sportivo c’è stato un susseguirsi di annunci di riapertura poi ritirati, di progetti e bandi mai condivisi con le associazioni del territorio, che pure si erano rese disponibili ad un confronto.

Prima l’amministrazione Tondinelli ha deciso di seguire la strada del project financing, poi ha realizzato cancelli antipanico e recinzioni per riaprire il campo senza l’utilizzo degli spogliatoi, in seguito (senza aprire neppure la busta pervenuta con l’offerta di project financing) veniva pubblicato un bando per affidare la struttura a dei “veri professionisti” escludendo le associazioni locali anche dalla possibilità di partecipare. Infine la decisione di utilizzare risorse comunali e l’avvio della gara per i lavori del campo sportivo per un importo di 1.249.740,38 euro, già assegnata.

Un dispendio di denaro che, a nostro avviso, non sarebbe servito se quel luogo non fosse stato ridotto in brandelli da anni di abbandono e di scelte sbagliate.

Ma soprattutto poniamo, ancora una volta, la stessa domanda che venne rivolta al Sindaco e alla Segretaria Generale nel corso del consiglio comunale aperto sul tema del 12 novembre 2019 e che ancora oggi è rimasta priva di risposta (avremmo voluto porla anche all’Arch. Becchetti, ma non era presente, nonostante l’esplicita richiesta): perché il Capo Area all’Urbanistica, Arch. Lidia Becchetti, il 1 febbraio 2018 ha annullato in autotutela, ex art. 21 nonies L. 241/90, il certificato di agibilità degli spogliatoi n. 29/2009?

Perché non è tornata sui suoi passi quando si è accorta che era stato emesso quel provvedimento a causa di un errore?

Abbiamo l’impressione che, nonostante i tentativi di far ricadere su altri le responsabilità, i problemi legati alla chiusura del campo sportivo dipendano proprio da quella scelta che, di fatto, ne ha sancito l’inibizione all’uso e la definitiva chiusura (le altre questioni relative alla sicurezza antincendio potevano essere risolte in poche settimane e con limitate risorse!).

Ed oggi torniamo a domandarci se la decisione di annullare quel certificato di agibilità poteva essere presa, perché leggendo le motivazioni di quel provvedimento davvero non si riescono ancora a comprenderne le motivazioni.

Ce lo chiedevamo prima, ma lo facciamo con ancora più forza all’indomani della sentenza del Tar n. 8258/20 sull’annosa questione Prato Giardino, con la quale il giudice amministrativo annulla la determina del funzionario (del 10.6.2019) di annullamento in autotutela del permesso di costruire rilasciato nel 2010, nonché la successiva ordinanza di demolizione del 29 novembre 2019 entrambi a firma della stessa Capo Area.

Lasciando da parte le altre questioni di merito (seppure importanti che, chi vorrà potrà leggere nella sentenza pubblicata su giustizia amministrativa), in questa sede ci interessa quanto enunciato dal Tar Lazio sull’applicabilità dell’art. 21 nonies Legge 241/90.

Infatti il Tar chiarisce, se ce ne fosse stato bisogno, che “il Comune di Bracciano, a distanza di nove anni… si è determinato un revirement che, per come censurato da parte ricorrente, viola i presupposti per l’esercizio dell’autotutela, per come cristallizzati nell’art. 21 nonies l.n. 241/90.

Ed invero, innanzitutto, il potere de quo è stato esercitato a quasi 10 anni di distanza rispetto all’adozione delle summenzionate determinazioni di fiscalizzazione dell’abuso e, quindi, entro un termine che – a prescindere dalla querelle circa l’applicabilità retroattiva della novella di cui all’articolo 6, comma 1, lettera d), numero 1) della Legge 7 agosto 2015, n. 124, che ha imposto alla p.a. il termine decadenziale di 18 mesi – non può certo dirsi, comunque, “ragionevole”, secondo quanto previsto anche dal vigente testo dall’art. 21 nonies sopra citato”.

Ad onor del vero ricordiamo altri annullamenti in autotutela adottati con frequenza, e forse un po’ di leggerezza, su materie di non poco conto, di cui parleremo in altra sede.

Questa volta auspichiamo di non essere trattati con sufficienza e di ricevere una risposta, magari interpellando anche il delegato allo Sport di cui abbiamo perso le tracce.

La ferita aperta in questi anni alla promozione dello sport a favore di una intera comunità giovanile non sarà ricucita facilmente e l’amministrazione Tondinelli verrà ricordata anche per questo.

Partito Democratico Bracciano

 

Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e dell'Ortica del Venerdì Settimanale, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano.