Definire i dipendenti “disordinati e poco accorti, se non proprio BARBARI”, come riportato da Terzo Binario nell’edizione del 10 dicembre scorso, offende non solo le maestranze, ma la stessa comunità di Bracciano.
Quella comunità che già paga costi esuberanti, per un servizio che realizza la sua esecuzione principalmente nel rapporto fiduciario tra utenti e lavoratori, dove la generosità degli addetti è stimolata dalla relazione sociale, più che dall’efficienza organizzativa.
Una comunità che non merita l’arroganza di un individuo, che si dichiara di umili origini e poi offende chi lavora, che si vanta di pagare il salario con regolarità, come se non fosse un dovere, ma un “privilegio”.
Un concetto economico, per il quale non è l’impresa che produce ricavi con l’impegno dei dipendenti, ma sono questi che ricevono benessere col salario da fame. Un paradosso, che ha perfino prodotto la smentita e l’immediata destituzione di due R.S.A. che lo avevano avallato con un comunicato sindacale, improvvido e contestato dai colleghi.
Nella fatiscenza dei servizi igienici, il presidente Di Carlo nega l’evidenza, scarica le manchevolezze di oggi sul passato e addebita responsabilità ai dipendenti che sono solo le sue.
Dov’è stato negli ultimi tre anni, il presidente, da quando la Tekneko ha assunto il servizio e preso in uso i locali? E dov’era il responsabile aziendale che deve vigilare sul rispetto delle normativa in materia di sicurezza e tutela della salute, sull’obbligo di sanificazione in particolare di spogliatoi e servizi igienici, frequentati giornalmente da decine di lavoratori, a maggior ragione nell’attuale fase pandemica?
C’è un nesso con queste condizioni ambientali e l’avvenuto contagio di un dipendente risultato positivo al virus?
Lo accerteranno gli Organi competenti. Intanto, respingiamo al mittente le squallide offese. La Comunità di Bracciano merita rispetto ed i lavoratori non si faranno intimidire. Continueranno a battersi per riottenere i loro diritti contrattuali, ridotti dall’accordo di prossimità per il tempo necessario all’assorbimento dell’esubero, sostanzialmente già avvenuto.
Ci sorprende anche il silenzio dell’Amministrazione comunale, che si comporta come Ponzio Pilato: si lava le mani sulle legittime e documentali istanze dei lavoratori, sul licenziamento di un dirigente sindacale, sulle lacune del servizio, sull’inadempienza dell’appaltatore in materia di sicurezza e tutela della salute e perfino sulla gravità degli apprezzamenti fatti dal presidente della Tekneko!
La comunità di Bracciano merita di essere rappresentata. Merita, almeno, un’iniziativa istituzionale a tutela della dignità sociale e dei diritti di chi lavora in un servizio pubblico.
La Segreteria Regionale