Intervista a Giulia Sala, candidata consigliera nella lista Una Costituente per Bracciano per Marco Crocicchi Sindaco
Giulia Sala, non si può certo dire che lei non sia stata una militante. Passare però ora alla politica attiva è un’altra cosa. Perché ha deciso di mettersi in gioco?
In questi anni ho sofferto nel vedere ridotto ai minimi termini il dialogo tra le istituzioni e i cittadini, ristretti gli spazi di partecipazione alla vita pubblica e più in generale nell’assistere ad uno scontro permanente tra un’amministrazione cieca e sorda e il resto del mondo.
Dall’altra parte, invece, forze di centrosinistra e forze civiche hanno voluto e saputo aprire un confronto sereno con la cittadinanza ed un dialogo con tutte le realtà esistenti nel nostro Comune e da ciò sono scaturiti il programma e la candidatura a Sindaco di Marco Crocicchi.
Il profilo del candidato sindaco, il processo attraverso il quale è stato scelto, il modo in cui è stata costruita in questi anni la proposta politica per Bracciano con cui ci presentiamo ai cittadini, questo percorso entusiasmante, mi hanno fatto considerare che valesse davvero la pena di spendersi mettendoci la faccia per portare avanti i valori in cui credo.
Dopo anni di militanza attiva sempre dalla stessa parte, ho capito, anche grazie alla spinta e al sostegno di molti compagni di viaggio, che era giunto il momento di un impegno diretto nella competizione elettorale.
Quale, a suo avviso, è stata la cosa che più è mancata in questi ultimi cinque anni?
Ritengo che da un lato sia mancata completamente la progettualità e soprattutto la visione di una “idea di Bracciano”. È necessario un approccio di ampio respiro e di condivisione delle scelte che devono passare attraverso il confronto e la partecipazione della comunità. La cosa più insopportabile di questi ultimi anni credo sia stata l’assoluta incapacità di ascolto delle istanze dei cittadini, una certa presunzione di autosufficienza poi non suffragata dai fatti.
Bracciano ha vissuto un periodo molto difficile, fatta di veleni e di divisioni, ora ha bisogno di una nuova stagione di pacificazione. E voglio essere proprio io a dirlo, voglio essere il simbolo di quello che non deve mai più accadere a Bracciano.
Di cosa le piacerebbe occuparsi?
Io mi metto a disposizione di un progetto e di una squadra, ed in primis di una città, non ho smania di incarichi ma solo di fare la mia parte. I miei concittadini devono semplicemente sapere che metterò tutta la mia esperienza, la passione e l’impegno necessari in questa sfida, qualunque sarà il mio ruolo.
Il vostro, lo avete detto più volte, è un programma condiviso e ragionato. Mi dica tre punti qualificanti?
La linea rossa, il filo conduttore che lega tutte le materie del programma è la partecipazione. Una parola di cui spesso si abusa ma che noi abbiamo riempito di contenuti e, soprattutto, abbiamo praticato. La nostra proposta prevede che il Comune diventi il centro regolatore della vita socio-economica di Bracciano. Questa funzione non può essere svolta in modo burocratico, ma attraverso un processo democratico e partecipativo che dia origine a un modello di governo diverso, ad una “visione” della Bracciano del futuro, da condividere con i cittadini con cui pianificare e progettare un percorso per la realizzazione di un nuovo modello di città. Ricostituiremo i consigli di Quartiere e di frazione e le consulte, che uniti allo strumento del “bilancio partecipato”, permetteranno la realizzazione di interventi definiti con il coinvolgimento della cittadinanza e potranno diventare il volano per una rivoluzione politica sul nostro territorio.
Punteremo sull’innovazione tecnologica per recuperare efficacia ed efficienza della macchina amministrativa. Lanceremo, appena eletti, un grande progetto “Vivere@Bracciano”, che nascerà dentro una piattaforma digitale fruibile da smartphone, tablet, personal computer. Sarà alla base di una profonda e incisiva trasformazione della macchina amministrativa comunale, che dovrà passare dall’ “Analogico” al “Digitale”.
Saranno necessari interventi specifici per rilanciare la cultura e il turismo: sviluppo di una cultura turistica e dell’accoglienza, crescita dell’offerta turistica, coordinamento delle politiche turistiche a livello locale (tra i paesi del lago e limitrofi) e regionale e promozione e aumento delle relazioni commerciali, mettendo a sistema tutte le realtà del territorio che esistono e che sono state soffocate in questi anni.
Tutto questo senza dimenticare quello che i cittadini vogliono diventi la normalità: la cura e la manutenzione dell’ordinario, quali il decoro urbano di strade, parchi, beni comuni; vogliamo verificare il rispetto dei contratti di appalto dati in concessione dal comune, affinchè possano migliorare i servizi resi ai cittadini e investire sul trasporto locale in vista dell’imminente avvio dei lavori per il raddoppio ferroviario fino a Vigna di Valle.
Al centro dovranno esserci le fasce più deboli, concentrerò la mia azione politica per fare in modo che Bracciano possa diventare una città più accogliente, socialmente giusta e attenta ai beni comuni.
Al tempo del governo delle larghe intese quale ruolo, a suo avviso, è ancora riservato ai partiti?
Non credo che la parentesi del governo delle larghe intese sia un destino ineluttabile, basta vedere come in Germania, che ha esportato quel modello in Europa, dopo 16 anni oggi ci siano ampie possibilità di varare un governo molto più marcatamente politico. Dirò di più, anche all’interno di un contesto di governo largo, i partiti mantengono il loro ruolo di aggregatori di comunità e di idee. Ad oggi i partiti e più in generale i corpi intermedi, seppure attraversano una fase di difficoltà ricoprono un ruolo fondamentale nelle democrazie sane.
Donne e politica. Quanto ancora c’è da fare?
Qualcosa è stato fatto, moltissimo è da fare, penso all’Islanda dove metà del parlamento è donna e invece in Italia si deve ricorrere a delle quote garantite per poter permettere di avere una rappresentanza alle donne.
E’ il segno che si partiva da una condizione molto arretrata, la presenza di un numero sempre maggiore di donne in posti chiave è importante, ma va combattuta una vera battaglia culturale per cambiare l’atteggiamento di un corpo, come quello politico, che per decenni ha parlato solo il linguaggio maschile, salvo eccezioni non strutturali.
Con quale motto si presenta agli elettori?
“Una buona governance del comune per una buona governance del paese”.
Deve essere ricostruita la macchina amministrativa, puntare sulle professionalità, molte delle quali sono state costrette ad allontanarsi dal comune di Bracciano per il clima che si respirava.
Il buon funzionamento della macchina amministrativa sarà tanto più necessario nei mesi che verranno perché, con il PNRR si potranno reperire le risorse necessarie per cambiare il volto al nostro paese. Sarà fondamentale avere una amministrazione con una visione aperta all’Europa per un comune più aperto e più smart, in grado di partecipare ai bandi, di presentare progetti e di utilizzare le risorse sul territorio.
Il voto disgiunto quali corti circuiti potrebbe provocare?
Ci sono ancora alcune difficoltà nell’approcciarsi all’eventualità del voto disgiunto, è un meccanismo che non è chiaro a tutti gli elettori e spesso neanche a chi si candida, ingenerando così una confusione ulteriore, ritengo però che dentro l’urna i cittadini sapranno manifestare le proprie scelte.
Colgo l’occasione per ringraziare i miei compagni di viaggio, quelli di sempre e quelli incontrati lungo la strada, durante questa bella campagna elettorale piena di entusiasmo. La politica è bella anche perché, mentre la fai, contribuisci a costruire una comunità.
Ringrazio Marco Crocicchi per il suo coraggio e per aver speso tutte le sue energie per costruire una squadra coesa, valorizzando le differenze e rendendole un valore aggiunto.