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Avvocato in manette ad Ascoli Piceno accusato di truffa

avvocato,

Ad Ascoli Piceno la Guardia di Finanza arresta avvocato per truffa e autoriciclaggio.

Venivano presentate presso questa Procura della Repubblica diverse denunce querele di persone che si ritenevano truffate dal loro difensore in procedimenti civili e che, sulla base di accordi transattivi con le controparti risultati falsi e di provvedimenti dei Tribunali di Ascoli Piceno, Fermo e Teramo risultati anch’essi falsi, avevano effettuato pagamenti di ingenti somme ritenendole destinate ai propri creditori, pagamenti che invece erano stati incassati da altri soggetti; parallelamente dai Tribunali di Ascoli Piceno e Teramo giungevano analoghe comunicazioni relative a riscontri di falsi documentali riferibili al medesimo avvocato.
Le articolate e complesse attività di indagine dirette da questo Ufficio, venivano svolte dalla Sezione Polizia Giudiziaria e dalla Compagnia Guardia di Finanza S. Benedetto del Tronto e consentivano di delineare un quadro indiziario che è stato ritenuto solido e grave tale da giustificare la richiesta di misura cautelare a carico dell’avvocato e di un commerciante ascolano ritenendo esservi il concreto e attuale pericolo di ripetizione di ulteriori analoghi reati e per la completa e genuina acquisizione della prova.

E’ stata quindi applicata dal Giudice per le Indagini Preliminari la misura carceraria in relazione al pericolo di inquinamento probatorio con termine di 30 giorni e la misura degli arresti domiciliari per il pericolo di reiterazione dei reati alla scadenza della misura carceraria.
Queste, in sintesi, le condotte ipotizzate sulla base degli elementi raccolti e vagliati nel provvedimento di custodia cautelare.  Le truffe ai danni dei propri clienti venivano realizzate dal difensore:
attraverso la formazione di falsi accordi transattivi fatti sottoscrivere dai propri clienti nell’ambito di procedimenti civili relativi a recupero crediti, pignoramenti immobiliari, procedure rilascio immobile…., in tali accordi -in realtà non sottoscritti dalla controparte del procedimento civile, non inseriti agli atti del procedimento e non conosciuti dal Giudice- si prevedeva il versamento a favore di società costituite allo scopo da soggetti ulteriori (anch’essi sottoposti ad indagine per concorso nelle truffe pluriaggravate e nei successivi autoriciclaggi e riciclaggi del profitto delle truffe) di
somme anche ingenti; tali società avevano nome quasi identico alle società realmente creditrici e controparti nel procedimento civile (cambiando a volte solo la punteggiatura, o la spaziatura, o indicando “srls” invece del reale “srl”); a tali falsi atti di transazione si affiancavano falsi provvedimenti emessi da Giudici del Tribunale di Teramo, Ascoli Piceno e Fermo (che ratificavano i falsi accordi transattivi e che disponevano il versamento delle somme su specifici IBAN di società costituite allo scopo);

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