Lo spazio è la nuova frontiera e lo spazio dà lavoro sul territorio specie nell’hinterland romano dove vivono e prosperano da decenni enti di ricerca ed aziende che guardano oltre l’atmosfera. Uno dei successi, targato Europa, è dato dal vettore Ariane 6, emblema della nuova generazione dei “lanciatori” europei, erede dell’Ariane 5 che per anni ha rappresentato l’eccellenza dell’Europa in fatto di lanci spaziali. Componenti e know how dell’Ariane 6, lanciato con successo dallo spazioporto europeo collocato nella Guyana francese il 9 luglio scorso, arrivano da aziende come Avio di Colleferro, dagli studi e dalle ricerche dell’Agenzia Spaziale Europea che ha sede a Frascati. Un lanciatore che mantiene il suo appeal commerciale ma assediato da nuovi concorrenti, privati e non. Qual è il compito di Ariane 6? Letteralmente quello di portare in orbita satelliti o apparecchiature di ricerca per poi disarticolarsi in più componenti. I primi due motori tornano in caduta regolata a terra, mentre il terzo, in grado ora di riaccendersi, portando il vettore a disintegrarsi nel rientro in atmosfera. Un razzo a perdere si direbbe che, come tale va poi rifatto in ogni sua parte. Il vettore è stato celebrato il 25 luglio a Frascati con un evento promosso da Città Metropolitana di Roma Capitale, Esa, Esrin.
Sanna, vice di Gultieri alla Città Metropolitana di Roma, è anche sindaco di Colleferro, detta anche città dello spazio. Un’immagine dà la sintesi di quanto sia importante per il territorio l’indotto spaziale. “A Colleferro invece di guardare sul grande schermo le partite di calcio, ci riuniamo per assistere al lancio di Ariane”.
Nel primo volo Ariane 6 ha trasportato ExoPod (Nova ExoLaunch, Cat-4 Universitat Politècnica de Catalunya, ISTSat-1 dell’Università di Lisbona, CURIE NASA, GRBBeta di Spacemanic); la capsula di rientro della Nyx Bikini The Exploration Company, il satellite OOV-Cube di RapidCube, le apparecchiature sperimentali LiFi OLEDCOM, SIDLOC Libre di Space Foundation, PariSat di Garef Aérospatial, Peregrinus di Sint-Pieterscollege, il satellite RAMI di UARX Space (Replicator di Orbital Matter, Robusta-3A dell’Università di Montpellier), la capsula di rientro SpaceCase SC-X01 di ArianeGroup, il satellite Curium One si PTS e l’apparecchiatura sperimentale YPSat di ESA.
Forniscono fondi all’ESA per sviluppare il lanciatore europeo 13 Stati europei: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Romania, Spagna, Svezia e Svizzera.
Importante anche l’organismo CVA ovvero la Community of Ariane Cities che mette in connessione le città che lavorano attorno al progetto Ariane. In particolare il presidente a Frascati ha sottolineato l’attività di formazione di questo organismo. Il vicesindaco metropolitano Sanna da parte sua ha annunciato per l’occasione che Città Metropolitana di Roma Capitale è candidata alla Presidenza del CVA per il 2026, “proprio per rafforzare il proprio ruolo all’interno di tutto il mondo dell’aerospazio e avere l’opportunità di condividere il proprio know how con interlocutori di alto profilo da tutta Europa”.