Un Quattrocento cruento tutto da riscoprire traspare dal romanzo storico “La Notte delle Cinque Lune, il processo al Conte Everso dell’Anguillara” scritto a quattro mani da Graziarosa Villani e Biagio Minnucci,
Una prima metà del Quattrocento sulla quale sarebbe necessario accendere nuovi riflettori, un Papato dell’epoca che si secolarizza, impugna le armi e soffoca ogni minaccia, due uomini che idealmente si contrappongono come il conte Everso dell’Anguillara e papa Silvio Enea Piccolomini.
E’ un quattrocento cruento, ben lontano dall’immagine odierna del Papato, quello che traspare dal romanzo storico scritto a quattro mani da Biagio Minnucci e Graziarosa Villani ne “La Notte delle Cinque Lune, il processo al Conte Everso dell’Anguillara, estinzione dell’antica stirpe” edito dalla prestigiosa casa editrice Gangemi International che sarà presentato, per iniziativa dell’attivissima associazione ArcheoNatura giovedì 15 maggio alle 17 negli spazi della biblioteca comunale di Bracciano in via di Pratoterra 2 in un incontro moderato da Cinzia Orlandi.
Il volume, documenti alla mano, vuole opporsi alla damnatio memoriae che all’epoca volle colpire il conte Everso e i suoi figli, uno dei quali restò prigioniero a Castel Sant’Angelo per oltre cinque anni. Il romanzo, già presentato a Calcata – alla presenza del compianto architetto Paolo Portoghesi -, ad Anguillara, alla presenza degli storici Sandro Carocci, Tommaso di Carpegna Falconieri e Luciano Osbat dove ne è stata deliberata la pubblicazione in occasione delle celebrazioni del millennio dal primo documento che indica il Castrum Angulariae, ed a Cerveteri dove il Conte Everso morì il 4 settembre 1464, nasce per indicare una nuova verità storica.
Solleva inoltre la necessità di avviare proprio nella Basilica di Santa Maria Maggiore scelta oggi da papa Francesco per la sua sepoltura per la devozione all’icona mariana Salus Populi Romani attributa a San Luca.
E’ proprio qui che Everso è stato sepolto all’epoca sotto una pietra accanto a suo padre Dolce dell’Anguillara, ed è proprio a questa Basilica che Everso volle riservare un lascito importante chiedendo di dire una messa in suo tributo ogni 25 marzo, giorno dell’Annunciazione. Della sua tomba come di molte altre con i rifacimenti della Basilica si perse in seguito ogni traccia. Lo stesso di Everso compare ancora sulla parete laterale della chiesa come compare ancora anche nella cosiddetta Casa di Dante a Trastevere che fu una sua dimora. Everso, prima adorato e poi additato, venne fatto oggetto dopo la sua morte di una dannazione che ha cercato di oscurarne il ruolo nei secoli a venire. In una decina di giorni il Papato si impossessò dei suoi numerosi “castelli” e se ne impadronì togliendole ai figli. Fu l’inizio dell’ascesa di nuovi nobili, più graditi al Papato di allora, quali i Chigi che beneficiarono del prezioso allume della Tolfa appena scoperto. Figura chiave del romanzo anche il Cardinal Diabolico Giovanni Vitelleschi. Contro gli eredi di Everso dell’Anguillara il Papato mise in piedi uno dei maggiori eserciti dell’epoca impossessandosi dei feudi di famiglia. Passarono così al Papato le proprietà della famiglia degli Anguillara. Tra queste molte delle proprietà che i Conti dell’Anguillara che ebbero in possesso, a partire dal 1346, Anguillara, Ronciglione, Mazzano, Vejano (prima del 1428), Giove, Vetralla, Vico, Casamala, Santa Severa, Caprarola, Cerveteri (metà feudo), Castel Campanile, Carbognano, Bagni di Stigliano, Santa Pupa Carcari, Castel del Sasso, Casal di Rota, Tenuta “La Monticiana”, Montecucuzzone, Tenuta “Le Poppe”, Tenuta “Le Stragile”, Blera o Bieda, San Giovanale.
Il libro punta l’attenzione su un primo Quattrocento ancora da esplorare a fondo dal punto di vista storico ed economico.
Link scheda libro: https://gangemi.com/prodotto/la-notte-delle-cinque-lune/