Il 2 ottobre, si è svolta, con ampia partecipazione ed enorme successo, “l’Appia Antica Day”, chi scrive, ha partecipato con alcuni iscritti delle Sezioni di I.N. di Ciampino (Roma) ed anche di Latina, era presente anche la vice presidente Lazio di Italia Nostra l’architetto Maria Teresa Accattino per prendere parte alla sorprendente manifestazione lungo il significatissimo tratto dell’Appia Antica nel Comune di Ariccia. L’Amministrazione Comunale aricina è stata molto collaborativa e disponibile poiché ha ulteriormente sistemato il verde dell’area archeologica ed ha messo a disposizione una pattuglia della Polizia locale per garantire un buon andamento dell’iniziativa.
Non si hanno le parole adeguate per raccontare le magnificenze dei resti archeologici descritte con professionale passione e padronanza dall’archeologa Maria Cristina Vincenti che ha condotto sapientemente l’evento. Iniziativa utile per la ulteriore presa di coscienza, nel senso che c’è molto da fare per valorizzare l’Appia Antica e, dintorni, per l’intera percorrenza dell’Appia Antica da Roma sino a Brindisi.
Diffusamente vien detto che l’antica via inizi da Porta Capena, ma il sottoscritto riflette che essa possa prendere corpo nel Foro Boario, luogo che non a caso è di confluenza naturale pure della antica via Aurelia, il cui tracciato urbanistico cittadino è ormai dissipato, specie in questo punto di approdo all’Isola Tiberina ed attualmente interrotto dai poderosi resti di Ponte Emilio, conosciuto purtroppo quale ‘ponte rotto’. La potenza di Roma rappresentava, inesorabilmente, l’unione di due civiltà, quella latina a sud e quella etrusca a nord, con forti basi ellenistiche. L’Appia Antica, prenderebbe corpo, proveniente dai luoghi del “Foro Bovarium” in cui era vivo il culto di Ercole, testimoniato dal Tempio di Ercole vincitore” e dal più anziano “Ercole Invitto”, e probabilmente attraversando il tratto viario, anche idealmente, lungo il Circo Massimo. Non a caso l’imperatore Tito volle realizzato il secondo arco trionfale facente parte delle strutture architettoniche di quel circo, poi più avanti, la più conosciuta Porta Capena.
L’Appia Antica è un luogo di immenso incanto, ma essa viene da tempo ed ancora attualmente aggredita dagli appetiti, mai soddisfatti, della speculazione edilizia.
L’attuale poderosa idea che diventi Sito UNESCO da Roma sino a Brindisi è una straordinaria e singolare occasione, ma non è sufficiente che ci si adoperi solo a che nel gennaio del 2023 venga dichiarata solennemente sito UNESCO.
Il Governo in prima linea, il Ministero della Cultura, quello dell’Ambiente, le Regioni ed i comuni interessati dal singolare habitat archeo-naturalistico ed il percorso della via, ricchissimo di emergenze di alto valore culturale e paesaggistico, debbono fare la loro parte irrinunciabile per la sua tutela, conservazione e valorizzazione.
L’archeologa Vincenti, invitando il sottoscritto ad intervenire, ha permesso di poter sottolineare, nonostante un atteggiamento, estraneo al nostro modus operandi sminuente del recupero archeologico, poiché alcuni brevissimi tratti della via sono ormai barbaramente distrutti, ma ben presenti, realmente, nel tracciato antico romano, quindi sostenendo l’idea meravigliosa del recupero, ideata intelligentemente da un fondatore di Italia Nostra, il grande Antonio Cederna, il quale prevedeva la salvaguardia della via per un chilometro su entrambi i lati. Oggi possiamo dire, come sapevano fare gli antichi romani, i quali adoperavano il miglio romano, fatto che si è voluto sottolineare nell’intervento del sottoscritto e confermare con questo comunicato, non esitando e acclamando che l’ideale é quello di vincolare e tutelare un miglio antico romano a destra ed un miglio a sinistra. Considerando che il termine ‘miglio’ prende origine dalla dizione latina “milia passium” e che il “passus” romano corrisponde, con la misura attuale di 1,48 metri, possiamo dire, che dobbiamo tutelare 1480 metri, per comodità 1 chilometro e mezzo su entrambi i lati. In questo modo si verrebbe a creare il ‘Parco Corridoio archeologico, naturalistico, verde’ più lungo d’Europa e dello spessore di almeno 3000 metri percorrente tutta l’Italia Centro meridionale ed all’altezza reale della “Regina viarum”, ovvero la recuperata bellezza sovrana dell’antica via.
Assieme al riconoscimento, provvidenziale, quale Sito Unesco, si chiede con forza al nuovo Presidente del Consiglio, ai neo Ministri, ai Presidenti delle Regioni interessate ed ai Sindaci dei Comuni del tragitto archeo-paesaggistico, l’istituzione e la cura manutentiva del sito particolare e caratteristico, quale “Parco Corridoio dell’Appia Antica” interregionale.
Rodolfo Corrias
Conservatore Restauratore di Beni Culturali
Consigliere nazionale di Italia Nostra