480 ore all’anno in meno pagando lo stesso prezzo di 450 euro al mese. Tutto a svantaggio delle famiglie con disabili gravi il nuovo servizio che dal 1° giugno viene effettuar dall’Area Sociale – Cooperativa sociale onlus ad Anguillara nei locali della Cittadella del Sociale.
Le famiglie non ci stanno e chiedono che venga ripristinato l’orario del servizio precedente, minacciano altrimenti di trattenersi parte del voucher concesso loro dalla Regione Lazio allo scopo.
L’appalto è stato impugnato dalla Cooperativa Educatori ed Operatori Sociali – Ceos, realtà associativa sociale importante del territorio. Gravi inoltre le modalità con le quali le famiglie degli 8 disabili gravissimi sono stati avvertiti del nuovo orario. L’annuncio è arrivato non prima di venerdì scorso via telefono, una chiamata seguita poi da una lettera in cui si indica il nuovo orario.
In sostanza mentre prima i disabili gravi facevano ritorno a casa alle 17.30 ora rientrano alle 15.30 circa. Un’ora viene impiegata per il trasporto dalla Cittadella alle case. L’allarme è tale che su questa questione si è tenuta questa mattina una riunione alla quale hanno partecipato i consiglieri di minoranza Roberto Guiducci, Antonio Pizzigallo, Matteo Flenghi e Silvio Bianchini tutti concordi nel chiedere che debbano essere ripristinate le 48 ore settimanali, garantite dall’appalto precedente. Sulla questione si registra anche l’interessamento del presidente di AnguillaraSvolta Sergio Manciura che ha fatto un accesso agli atti mentre il consigliere, già di maggioranza, Antonio Fioroni ha presentato mozione da discutere in Consiglio comunale. Sulla vicenda si è mobilitato anche il circolo locale di Rifondazione Comunista “Carlo Giuliani” chiedendo il ripristino del servizio precedente.
Per le famiglie si è trattato di un dispetto, di una cattiveria che prelude tra l’altro al tramonto di quello che ha ispirato in origine la Cittadella del Sociale attrezzata per dare concretezza al concetto del Dopo di Noi. Sul fronte della disabilità la politica portata avanti dall’attuale giunta segna invece molti passi indietro.
Non si fanno appalti a ribasso quando si operano con le persone, commentano le famiglie. Ancora senza risposta inoltre una nota formale inviata per loro conto da un legale con la quale si chiede il ripristino de servizio precedente.
Siamo disponibili al confronto e a valutare soluzioni che vengano incontro anche alle famiglie con disabilità meno gravi (ci sarebbe infatti un nuovo servizio dedicato a minori) ma non possiamo pagare la stessa somma per un servizio che taglia le ore giornaliere e le settimane passate da 48 a 42.
Graziarosa Villani
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