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Acea Ato 2: le responsabilità del trasferimento in capo alla giunta Anselmo

Anguillara e l’acqua perduta. Un’assemblea che arriva con ritardo. Amministratori burocrati che non fanno politica ma da passacarte. Si poteva resistere ma non è stato fatto. Lo avevano fatto finora tutte le amministrazioni che si sono succedute ad Anguillara, divise per molti aspetti, ma unite contro il trasferimento idrico integrato ad Acea Ato 2. Le logiche del profitto, secondo la prassi di una spa, governano su sorella acqua anche ad Anguillara. La responsabilità politica la si deve a quanti il 3 dicembre scorso, data nera per Anguillara, hanno alzato la mano per approvare la delibera. Non sono state prese in considerazione le aperture che, in extremis, arrivavano dalla Commissione regionale tese a concedere una moratoria ai comuni ancora resistenti. Gli amministratori con arroganza hanno portato avanti le loro tesi dimenticando che la questione acqua pubblica era uno dei loro cavalli di battaglia. Ma la coerenza non è per tutti. Da più parti si sono levate richieste di dimissioni. In un’ora Anguillara ha celebrato il De Profundis ad anni di impegno sociale contro lo strapotere di una spa che non fa certo gli interessi degli anguillarini ma del Campidoglio. Le leggi in discussione per attuare i principi del referendum sull’acqua pubblica sono in divenire. Convocare un’assemblea dopo l’approvazione del provvedimento in materia è stato inoltre l’ennesimo atto che conferma quanta poca sia la considerazione di questa giunta per i cittadini. Loro che usurpando il giacobino “citoyen” si chiamavano cittadini. Anguillara non era mai caduta così in basso. E due anni sono ancora lunghi da passà. Un bel Vaffa Day ci starebbe bene. Quanto ai galli. Si ricordino il Vangelo: “prima che il gallo canti tu mi tradirai”. Il tradimento è consumato.

Graziarosa Villani

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