Ascoltato al processo per disastro ambientale il teste Lucio Bignami. Prossima udienza il 28 gennaio 2025.
Oggi è in pensione ma al tempo dei fatti del 2017 quando l’abbassamento del livello del lago di Bracciano ha sfiorato i due metri era lui che decideva cosa fare all’interno di Acea Ato 2 la multinazionale partecipata dal Comune di Roma al 51 per cento. Lucio Bignami, ingegnere idraulico, ha testimoniato il 13 settembre scorso al Tribunale di Civitavecchia al processo per disastro ambientale in corso, procedimento che vede alla sbarra l’ex amministratore delegato Paolo Tolmino Saccani e gli altri membri del Consiglio di amministrazione della società per azioni su denuncia del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale di Bracciano-Martignano difeso dagli avvocati Simone Calvigioni e Francesco Falconi. Presente in aula il pubblico ministero Delio Spagnolo. Il quadro che è emerso dalle dichiarazioni di Bignami è stato quello di un generalizzato pressappochismo con la quale l’azienda gestisce un bene primario come l’acqua e che le è stato praticamente affidato in monopolio. Confermato il dato del 40 per cento delle perdite del sistema acquedottistico. Confermata l’esigenza di garantire immissioni di acqua per garantire la pressione idonea a fornire il servizio ai piani alti delle abitazioni. Con molta noncuranza si è parlato del lago di Bracciano come di una fonte qualsiasi anche se “più costosa” – ha detto Bignami – rispetto ad altre fonti perché va sottoposta a trattamento di depurazione. Nessun accenno è arrivato sul fatto che il lago fosse tutelato da un Parco regionale. Emersa la scarsa programmazione della multiutility. Sui tempi Bignami ha dichiarato che le preoccupazioni in Acea arrivarono già nell’autunno 2016 data la scarsa piovosità dell’autunno stagione in cui – ha detto – “inizia l’anno idrologico”. Bignami ha mostrato inoltre una scarsa conoscenza dei termini della concessione del lago di Bracciano come Riserva idrica d’emergenza tra cui cruciale il limite dei 161,90 metri sul livello del mare da non superare in nessun modo. Si ricorda che da quei fatti a partire dal settembre 2017 i prelievi di Acea Ato 2 del lago di Bracciano sono fermi. Si ricorda inoltre che è stato istituito un servizio che monitora le captazioni, oggi ferme, prima assente. E’ evidente che Acea nel 2017, divenuta ormai un’azienda attenta ai dividendi, non si sarebbe mostrata all’altezza dell’incarico che le è stato affidato. Prossima udienza il 28 gennaio 2025.