I maggiori costi di produzione a livello regionale richiedono urgenti misure mirate per il settore zootecnico laziale
“Bene l’intesa sul prezzo del latte raggiunta nei giorni scorsi al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste ma nel Lazio, dove i costi di produzione sono più alti, è necessario arrivare ad un prezzo maggiore a quanto deciso”.
Parole chiare e concrete quelle che arrivano da Italo Pulcini, responsabile del settore zootecnico di Cia Lazio, rispetto al prezzo del latte concordato.
“Non è possibile che la soglia fissata in stalla di 0,54 centesimi a litro a gennaio, 0,53 centesimi a febbraio e 0,52 a marzo mantenendo invariate le quantità prodotte nel primo trimestre 2025, possa essere calata in tutte le regioni e tantomeno nel Lazio. Riteniamo importante che – aggiunge il rappresentante dell’organizzazione agricola – si arrivi nel Lazio a contratti che abbiano una durata tale da consentire eventuali programmi di investimento”.
Per la Cia Lazio i cambiamenti nel mercato del latte che tendenzialmente stanno determinando un aumento della produzione rispetto ad una minore domanda richiedono una presa d’atto dell’intera filiera nel Lazio con interventi mirati della Regione Lazio a sostegno delle aziende.
“Una maggiore produzione di latte – aggiunge Pulcini – non deve essere considerato un aspetto negativo, si deve piuttosto pensare ad una migliore allocazione del prodotto che dovrebbe trovare necessariamente sbocchi sul territorio. Sovranità alimentare significa anche questo. Se vediamo di buon grado gli aumenti degli aiuti alla internazionalizzazione indicati dal Masaf – sottolinea l’esponente di Cia Lazio – è importante che si mettano in campo, attraverso un patto di filiera, campagne di promozione al consumo di latte targato Lazio, che cresca la quota di produzione dedicata agli aiuti alimentari, che si arrivi, in accordo con le aziende di trasformazione, a progetti in grado di assorbire la maggiore quota di latte prodotta a livello regionale. E’ importante che in questo ambito l’Ismea faccia il proprio ruolo di controllo sulla trasparenza dei mercati e di garanzia creditizia. Noi siamo aperti al confronto. Gli obiettivi restano il riconoscimento del giusto prezzo al latte del Lazio, la ricerca di agevolazioni per ridurre al massimo gli insostenibili costi di produzione, l’interlocuzione diretta con i rappresentanti istituzionali con i quali concordare ed ideare misure di sostegno all’intera filiera casearia laziale. E’ necessario arrivare ad un patto tra produzione, trasformazione e grande distribuzione per la sopravvivenza di un settore strategico della nostra regione”.
