Salvator

Nuovo evento imperdibile con la mostra che approfondisce l’arte di Salvator Dalì per iniziativa della Fondazione Roma. Quelle risposte che negano il valore artistico delle donne…

Splendido Dalì a Palazzo Cipolla nella centralissima via del Corso grazie ad un nuovo evento culturale della Fondazione Roma. “Dalì, Rivoluzione e Tradizione” porta alla ribalta del mondo culturale italiano un Dalì alle prese con tre giganti della pittura: Raffaello, Vermeer e Velázquez. Tra i quadri del pittore spagnolo spiccano gli autoritratti di Picasso e quello di Raffaello in arrivo dagli Uffizi. La narrazione della mostra – imperdibile – è incentrata sul confronto tra Dalì e i suoi maestri della pittura di tutti i tempi. Interessante l’attenzione che è stata dedicata alla originalissima riflessione di Dalì sui grandi artisti con tanto di pagella, mostrata grande come una parete, nella quale il protagonista si autopremia arrivando ad un soffio dal massimo.

“Mentre la sua fama cresce come surrealista – riporta la nota stampa – Dalí sente il bisogno di andare oltre. Negli anni Quaranta e Cinquanta proclama apertamente il desiderio di “diventare classico”. Studia con rigore i grandi maestri europei – Velázquez, Vermeer e Raffaello – e ne fa i pilastri di una riflessione teorica che culmina nel trattato 50 segreti magici per dipingere (1948), le cui illustrazioni sono esposte per la prima volta in Italia in questa mostra”.  Non a caso nel decalogo che sviluppa Dalì ammonisce: “Inizia con l’imparare a disegnare e dipingere come gli antichi maestri. Dopo potrai fare quel che vorrai: tutti ti rispetteranno”. 

Quello che è certo è che dalla mostra, semmai ce ne fosse bisogno, traspare chiaro un Dalì sicuro di sé e del suo tratto artistico, convinto della propria unicità. Un giudizio dal quale traspare un autostima all’ennesima potenza. Un superpittore, in tutte le sue sfaccettature coloratissime, che mostra sprezzo anche nei confronti delle donne. Tra le interviste poste a corredo di quadri e fotografie emerge un Dalì sessista, per nulla consapevole del valore artistico che può arrivare dall’espressività femminile. Alludendo probabilmente alle sue muse ad una precisa domanda Dalì dà una risposta raggelante.  “¿La cualidad que prefiero en una mujer? Inspirativa. Considero a la mujer incapaz para la creación artística, pero posee en cambio la capacidad de provocar la cretinización total del hombre, dándole a “cretino” el significado de “angélico””. Una riflessione da tale testo emerge. Si pensa al contesto nel quale il pittore si è formato. Una Spagna che di lì a poco avrebbe conosciuto i rigori franchisti. Una visione del mondo molto distante da altre latitudini, sia pure nella stessa epoca di predittature. 

Dopo la mostra di successo dedicata a Picasso non c’è dubbio tuttavia che quella dedicata a Dalì è una delle esposizioni di punta del 2025. Tra disegni e fotografie compaiono alcuni quadri iconici del tratto di Dalì tra i quali “La velocità massima della Madonna di Raffaello” che in una spirale destruttura la rappresentazione classica della madre di Gesù.

L’evento espositivo giustamente inorgoglisce gli organizzatori della Fondazione Roma che, con il gemello Palazzo Sciarra Colonna, di là della strada, si stanno affermando come Museo del Corso – Polo museale in concorrenza con più blasonate istituzioni culturali. Stretto il legame in questa mostra con la Fundació Gala-Salvador Dalí, che in terra spagnola porta avanti e custodisce la pittura di Dalì. Presentata all’ambasciata di Spagna l’esposizione porta nuove luci sull’arte del maestro spagnolo proponendo anche occasioni di approfondimento come quello che verrà dedicato al soggiorno dell’artista a Roma.

Per la Fondazione Roma una nuova sfida che, già in premessa, sembra fondarsi su basi solide per essere vinta. 

Con Dalí. Rivoluzione e Tradizione Fondazione Roma – sostiene il presidente della Fondazione Franco Parasassi – conferma il proprio impegno nel promuovere la cultura come valore condiviso e motore di progresso civile per la comunità. Portare a Roma un progetto di tale respiro internazionale e di così insigne valore culturale rappresenta per noi motivo di orgoglio e testimonia la volontà di offrire ai cittadini e ai visitatori un’esperienza artistica di altissimo livello. Dopo il successo della mostra dedicata a Picasso, l’arrivo dell’universo creativo di Salvador Dalí a Palazzo Cipolla segna un’ulteriore tappa nel percorso che la Fondazione dedica ai grandi protagonisti dell’arte mondiale e al dialogo tra innovazione e tradizione, mantenendo ferma la cifra specifica di tutte le proprie iniziative, anche espositive, che consiste nell’attenzione privilegiata affinché la cultura diventi patrimonio accessibile a tutti e strumento di promozione umana e sociale”.

 

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Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e Visto da qui Lazio, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano. Il suo canale youtube è @graziarosavillani2210