DalìAutoritratto con il collo di Raffaello / Autorretrato con cuello rafaelesco 1921 Olio su tela © Salvador Dalí, Fundació Gala-Salvador Dalí, Roma, 2025

Dopo Picasso, Dalì. Fa ancora centro il Museo del Corso che prepara per ottobre un’altra grandissima mostra da non perdere: Dalí. Rivoluzione e Tradizione. Amici in vita i due artisti diventano protagonisti di una staffetta ideale in una di quelle strutture che sta diventando un polo culturale di grandissimo livello nella Roma dei grandi eventi. Sessanta opere delle quali alcune mai esposte in Italia del grande artista spagnolo arrivano nella Città Eterna per raccontare il rapporto tra Dalì ed i suoi ispiratori:  Vermeer, Velázquez e Raffaello e Pablo Picasso,

Una sorta di restituzione alla città nella quale l’artista venne per conoscere ed ispirarsi. La mostra sarà uno dei grandi eventi dell’autunno romano. Per presentarla ufficialmente si è messa in gioco la stessa Ambasciata di Spagna in Italia che ha ospitato una affollata conferenza di presentazione. Per il pubblico si prepara un viaggio nel Dalì più profondo, quello custodito gelosamente dalla Fondazione che ne porta il nome, voluta dallo stesso artista e che ogni anno è visitata da oltre 35mila turisti italiani. 

Dalí, fin dagli anni della formazione alla Real Academia de Bellas Artes de San Fernando di Madrid, si distingue per una mente assetata di conoscenza. Il suo interesse si estende alla scienza, alla letteratura, alla filosofia e al cinema ma l’arte resta il fulcro della sua riflessione.  L’artista studia i grandi maestri, ma al tempo stesso, si confronta con le avanguardie europee. Alla fine degli anni Trenta, Dalí dichiara esplicitamente la volontà di “diventare un classico” e indica in Velázquez, Vermeer e Raffaello i suoi modelli supremi. A loro dedica studi, omaggi e citazioni, che raggiungono l’apice nella Tabella comparativa dei valori pubblicata nel trattato 50 segreti magici per dipingere (1948), testo che esalta la tecnica, la composizione e la maestria come valori fondanti del fare pittorico.

La mostra romana si presenta come un percorso retrospettivo inedito che accende i riflettori sul rapporto tra Dalí e le quattro grandi figure di riferimento. Con Picasso Dalí intrattiene un rapporto fatto di stima e confronto. Il loro incontro a Parigi nel 1926 segna un legame duraturo che culmina nella celebre conferenza Picasso y yo, a Barcellona nel 1951. 

Sotto la direzione scientifica di Montse Aguer, direttrice dei Musei Dalí, e la curatela di Carme Ruiz González e Lucia Moni, l’esposizione Dalí. Rivoluzione e Tradizione apre in concomitanza con la ricorrenza del centenario dalla prima mostra personale dell’artista. In mostra oltre 60 opere tra dipinti e disegni, accompagnati da documenti fotografici e audiovisivi.  Le opere provengono dalla Fundació Gala-Salvador Dalí e da prestigiose istituzioni internazionali e nazionali, tra cui il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, il Museu Picasso de Barcelona e le Gallerie degli Uffizi, confermando l’importante valore scientifico del progetto.

Il Museo del Corso – Polo museale ha aperto ufficialmente i battenti con l’esposizione gratuita del capolavoro di Marc Chagall, La crocifissione bianca, da novembre 2024 a gennaio 2025. Dalla sua inaugurazione, il Polo Museale, che comprende Palazzo Cipolla e Palazzo Sciarra Colonna, ha già accolto oltre 220.000 visitatori.

La Fundació Gala-Salvador Dalí è stata creata nel 1983 per volontà espressa dello stesso Salvador Dalí con l’obiettivo di proteggere, promuovere e diffondere la sua opera artistica, culturale e intellettuale, oltre a gestire i suoi diritti e il suo lascito. È un ente privato senza fini di lucro, autofinanziato e con gestione indipendente, che Dalí ha presieduto fino alla sua morte nel 1989. La sua sede si trova nella Torre Galatea di Figueres. La Fondazione gestisce sia il patrimonio materiale (opere, documenti, musei) sia quello immateriale (diritti di proprietà intellettuale, d’immagine e morali dell’artista).

La Fondazione gestisce i tre spazi museali che compongono il Triangolo Daliniano, situati nell’Empordà e strettamente legati alla vita e all’opera dell’artista:

Teatro-Museo Dalí (Figueres)

È la più grande opera surrealista al mondo e il principale museo dedicato a Dalí. Progettato da lui stesso sulle rovine dell’antico teatro di Figueres, espone oltre 1.500 opere (pittura, scultura, gioielli, installazioni, ecc.) che attraversano tutte le sue fasi creative. Include la collezione Dalí·Joyas, con 37 gioielli disegnati dall’artista e 27 disegni preparatori.

Casa-Museo Salvador Dalí (Portlligat)

Situata nella baia di Portlligat (Cadaqués), fu l’unica residenza stabile di Dalí. Si tratta di una costruzione labirintica nata dall’unione di vecchie baracche di pescatori, che Dalí ampliò a partire dal 1930. È il luogo dove realizzò gran parte della sua opera, profondamente ispirato dal paesaggio del Cap de Creus. È stata aperta al pubblico nel 1997 e dichiarata Bene Culturale di Interesse Nazionale.

Castello Gala Dalí (Púbol)

Dono di Dalí alla moglie Gala, che impose la condizione che solo lui potesse farle visita su invito. Restaurato da entrambi negli anni ’70, divenne il rifugio di Gala fino alla sua morte. Dalí visse lì anche tra il 1982 e il 1984. Oggi ospita la collezione di abiti di Gala e mostre temporanee.

Dalì
Dalí visto di spalle mentre dipinge Gala. Opera stereoscopica / Dalí de espalsas pintando a Gala – obra estereoscópica 1972-1973 Olio su tela © Salvador Dalí, Fundació Gala-Salvador Dalí, Roma, 2025

 

 

 

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Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e dell'Ortica del Venerdì Settimanale, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano.