Cappelli

Era un dubbio ora è certezza, Nando Cappelli non aveva i requisiti per ricoprire l’incarico di direttore della Riserva Monterano. Un ruolo che ha fruttato a Cappelli oltre 10mila euro al mese. A certificare l’inidoneità arriva ora infatti una determinazione a firma di Vito Consoli della direzione “Ambiente, Cambiamenti climatici, Transizione energetica e sostenibilità, Parchi” della Regione Lazio

Approvata il 30 dicembre 2024, la determinazione ha un titolo lunghissimo: “Integrazione e aggiornamento dell’Elenco regionale degli idonei all’esercizio dell’attività di direttore degli enti di gestione delle aree naturali protette regionali di cui all’art. 24 della legge regionale 6 ottobre 1997, n. 29 e ss.mm.ii., in attuazione della deliberazione di Giunta regionale n. 198 del 9 aprile 2019 – Approvazione e pubblicazione dell’ Elenco regionale degli idonei

all’esercizio dell’attività di direttore degli enti di gestione delle aree naturali protette regionali”.

Il passaggio chiave del provvedimento sottolinea sul caso Cappelli che “preso atto che, delle rimanenti centosei  (su 125 ndr) istanze ammesse alla procedura  di selezione, ventiquattro soggetti, di seguito indicati, sono stati valutati  non idonei dalla Commissione per l’iscrizione all’Elenco regionale. Tra i 24 non idonei è riportato il nome di Ferdinando Cappelli. Ciò significa che non potendo essere iscritto nell’elenco regionale Cappelli non avrebbe potuto essere nominato direttore. 

 

A sollevare la questione era stata Chiara Colosimo di Fratelli d’Italia, presidente oggi – non senza polemiche – della della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali.

La novità potrebbe ora aprire contenziosi in fatto di danno erariale. Tra gli scenari anche una possibile richiesta di restituzione delle ingenti somme percepite da Cappelli senza averne titolo. 

Quesiti che si poneva all’epoca la stessa Colosimo chiedendo “quali provvedimenti intendano assumere nel caso in cui sia verificata l’assenza di titolo… del sig Fernando Cappilli ad essere iscritto nell’elenco regionale”.

L’ex consigliera regionale inoltre aveva puntato il dito sull’esorbitante somma percepita da Cappelli. Nell’interrogazione chiedeva infatti di “verificare comunque se l’ammontare del contratto stipulato tra il Comune di Canale Monterano e il sig. Cappelli per la direzione della Riserva sia conforme a quanto previsto dalla normativa vigente nella fattispecie prevista, nonché verificare se il compenso omnicomprensivo stimato in euro 10.326 mensili, comprensivo anche dell’indennità di risultato che per legge viene attribuita annualmente a seguito di iter amministrativo che si perfeziona nell’arco dell’annualità, venga erogato in maniera corretta”.

La Riserva Monterano, quasi un unicum tra le aree protette regionali, proprio in questi giorni è al centro di un acceso dibattito dopo la proposta regionale di accorparla, in sede di riordino dei parchi, a Barbarano e Sutri costituendo un nuovo ente di gestione e sottraendola di fatto al controllo comunale.

Sulla questione insorge il Pd che in una nota lamenta il possibile cambio di gestione e sull’abrogazione degli articoli sui diritti di uso civico.

“La proposta – si legge nella nota riportata nella pagina Facebook di Manuele Magagnini – prevede che il Comune di Canale Monterano non sarà più l’ente gestore della Riserva Naturale. Questa decisione solleva interrogativi significativi sul futuro della nostra Riserva, che deve essere considerata una risorsa preziosa per la comunità locale oltre che per la tutela del patrimonio naturale. L’abrogazione degli articoli della legge 79/88, che sanciscono i diritti di uso civico all’interno della Riserva Naturale Parziale di Monterano – denuncia ancora il Pd –  rappresenta un attacco diretto alle tradizioni e alle pratiche sostenibili della nostra comunità. Tali diritti sono fondamentali per garantire un equilibrio tra la conservazione dell’ambiente e le esigenze dei cittadini”.

Foto di Guido Prola

RIPRODUZIONE RISERVATA

Di Graziarosa Villani

Giornalista professionista, Laureata in Scienze Politiche (Indirizzo Politico-Internazionale) con una tesi in Diritto internazionale dal titolo "Successione tra Stati nei Trattati" (relatore Luigi Ferrari Bravo) con particolare riferimento alla riunificazione delle due Germanie. Ha scritto per oltre 20 anni per Il Messaggero. E' stata inoltre collaboratrice di Ansa, Il Tempo, Corriere di Civitavecchia, L'Espresso, D La Repubblica delle Donne, Liberazione, Avvenimenti. Ha diretto La Voce del Lago. Direttrice di Gente di Bracciano e dell'Ortica del Venerdì Settimanale, autrice di Laureato in Onestà (coautore Francesco Leonardis) e de La Notte delle Cinque Lune, Il processo al Conte Everso dell'Anguillara (coautore Biagio Minnucci), presidente dell'Associazione Culturale Sabate, del Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, vicepresidente del Comitato Pendolari Fl3 Lago di Bracciano.